I dogmi mariani
I Dogmi Mariani
di Maria Butticè
L’Immacolata Concezione.
l’Immacolata Concezione per noi cattolici del XXI secolo rappresenta una verità acquisita e certa. Ma non è stato sempre così. La Sacra Scrittura, allo stesso modo che per altre verità di fede, manca di affermazioni esplicite e la richiama solo attraverso immagini ed espressioni che agli occhi dei teologi si sono chiarite solo gradualmente. Le immagini bibliche citate a favore dell’Immacolata Concezione sono l’Arca di Noè (Gen 6,8 – 8,19) la Scala di Giacobbe (Gen 28,12), il Roveto Ardente (Es 3,2 – 3), la Torre inespugnabile ( Ct 4,4), l’Orto Chiuso (Ct 4,12).
Tra i testi biblici viene data particolare importanza al protovangelo, Gen 3,15: “ Io porrò inimicizia tra te e la donna, fra la tua stirpe e la stirpe di lei” e ai seguenti versetti di San Luca:” Ave Maria piena di grazia” ( Lc 1,28), “ Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno” ( Lc 1,42).
La Chiesa è giunta alla piena comprensione di tale verità soprattutto grazie all’influsso della fede popolare. Tutto il popolo cristiano, infatti, in virtù del Battesimo, ha ricevuto il dono dello Spirito Santo mediante il quale è in grado di operare un certo vaglio critico della stessa opera dei teologi, accettando o rifiutando le loro ipotesi. Spesso i fedeli intuiscono per connaturalità le verità intrinseche e indicano ai teologi le piste della loro ricerca.
Spesso il dogma dell’Immacolata Concezione viene confuso con il concepimento verginale di Maria. Si tratta di due realtà molto diverse: Maria fu concepita come tutte le altre creature, attraverso un rapporto di amore dei genitori, ma la sua persona, fin dal primo istante della concezione, fu libera da ogni macchia di peccato.
Altri lo identificano con la verginità. Le due affermazioni sono vere, ma riguardano realtà diverse: la verginità sottolinea l’intervento miracoloso di Dio nella concezione e nel parto di Gesù ad opera di Maria, mentre l’Immacolata Concezione riguarda lo stato spirituale di Maria in rapporto a Dio e Ella, fin dal primo istante, ancora nel seno materno, fu libera da qualsiasi macchia che avesse rapporto con il peccato originale e totalmente ripiena di grazia.
Ma quali furono i motivi che resero tanto faticoso e lungo il cammino di tale verità?
Più ancora del silenzio della Sacra Scrittura, ciò che creava difficoltà era l’apparente impossibilità di conciliare l’Immacolata Concezione con due dogmi esplicitamente affermati dai sacri libri: l’universalità del peccato originale e l’universalità della redenzione operata da Cristo.
Molti santi Padri e teologi, pur esaltando la santità di Maria, facevano ricadere la Madonna, almeno per brevi istanti, sotto la legge generale del peccato originale, ad esempio Sant’Agostino e San Bonaventura.
Il primo teologo che difese la dottrina dell’Immacolata Concezione fu Eadmero nel suo “Tractatus de conception sanctae Mariae” (1134). Il teologo medievale sosteneva che l’Immacolata concezione rientrava nelle possibilità divine: “ Potuit plane et voluit; si igitur voluit, fecit”
( Chiaramente lo poteva e lo voleva; se l’ha voluto, l’ha fatto) ponendo l’accento sulla convenienza di tale privilegio in quanto Maria era la Madre di Dio. Eadmero, però, non riusci a dissipare i dubbi perché lasciava insoluto il problema dell’universalità della redenzione.
Fu il francescano Giovanni Duns Scoto che, grazie alla sua geniale intuizione, riuscì a superare questo scoglio dottrinale introducendo il concetto di redenzione preventiva in previsione dei meriti di Cristo.
Maria è stata redenta da Gesù che esercitò in Lei l’atto di mediazione più eccelso, la preservò dal peccato originale, prima e fuori del tempo.
La redenzione di Maria non fu per liberazione dal peccato, ma per preservazione.
Maria, cioè, non fu per nulla segnata dal peccato, ma ne fu preservata per singolare privilegio.
Con la bolla “Ineffabilis Deus” Papa Pio IX definì come dottrina rivelata il dogma dell’Immacolata Concezione: “Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina, la quale ritiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli”.
Le altre due successive encicliche “ Ad diem Illum” di san Pio X e la “Fulgens corona” di Pio XII precisarono meglio che l’Immacolata Concezione è un privilegio unico riservato a Maria e che in tal modo in Lei si realizza la perfetta redenzione da parte di Cristo.
Ma ci si potrebbe chiedere: come è possibile la redenzione di Maria ad opera del Figlio prima ancora che Questi assuma la carne umana?
Dio è eterno e vive al di fuori della successione temporale. Davanti a Lui l’opera redentiva del Cristo, anche se si svolge nel tempo, è presente da tutta l’eternità. Ecco perché, in previsione dei meriti di Cristo, Maria può essere redenta prima ancora che il Figlio di Dio abbia assunto la natura umana.
Spesso parlando dell’Immacolata Concezione ci si ferma a sottolineare un solo aspetto, l’assenza del peccato originale. E’ ugualmente importante e significativo l’altro aspetto cioè la pienezza di grazia che esso comporta. In virtù dell’immacolato concepimento Maria è l’unica creatura che ha vissuto in pienezza la propria esistenza secondo il piano di Dio, l’unica che ha sempre amato Dio sopra ogni cosa; in Lei nulla ha mai ostacolato il dialogo di grazia con il Padre.
L’Immacolata Concezione è dunque: - testimonianza e segno dell’amore del Padre – espressione perfetta della redenzione operata da Cristo – creatura mirabile della grazia dello Spirito Santo.
L’Immacolata Concezione di Maria non è un fatto a sè stante, isolato dal piano divino della salvezza, ma al contrario rientra nel disegno salvifico di Dio, che prevede innanzitutto l’incarnazione redentrice di Cristo, grazie alla quale tutti sono gratuitamente salvati dall’amore di Dio. Maria è stata voluta dall’eternità in funzione di Cristo e introdotta nel mistero del Verbo incarnato con l’annunciazione. La liberazione del peccato originale e la pienezza di grazia di cui è rivestita Maria, sin dal primo istante di vita, non sono frutto della sua fede o da qualche altro suo merito, ma solo dono gratuito di Dio.
L’Immacolata Concezione non è un’eccezione all’universale redenzione di Cristo ma al contrario Maria è la prima dei redenti. Fu preservata dal peccato originale e arricchita di una straordinaria pienezza di grazia in previsione dei meriti di Cristo. Maria Immacolata è il frutto più bello e più perfetto della redenzione di Gesù. Proprio perché la prima e la più perfetta dei redenti, Maria è la creatura nuova, opera del Padre in Cristo e nello Spirito Santo.
Nel 1830 apparendo a Parigi in Rue du Bac alla novizia Catherine Labouré, la Santa Vergine affidò alla veggente il compito di fare coniare e diffondere una medaglia che La ritraeva così come appariva. Intorno all’ovale c’era la scritta: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che a Voi ricorriamo”.
E’ la prima rivelazione privata in relazione al concepimento di Maria senza peccato originale. Questa medaglia suscitò una tale devozione che molti vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.
Così l’8 dicembre 1854, Papa Pio IX proclamò la “Donna vestita di sole” esente dal peccato originale, tutta pura, Immacolata.
La proclamazione di questo dogma fu un atto di grande fede e di estremo coraggio che suscitò gioia fra i fedeli della Madonna e indignazione fra i nemici del Cristianesimo perché il dogma dell’Immacolata era una diretta smentita dei naturalisti e dei materialisti.
Ma quattro anni dopo, nel 1858 a Lourdes, Maria stessa pose il suo sigillo su tale dogma affermando: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Le apparizioni di Lourdes furono la sua prodigiosa conferma che Lei è la “Tutta bella”, “ la piena di grazia”, priva di ogni macchia del peccato originale.